Nuovi investimenti per le infrastrutture digitali, gli spazi e i servizi scolastici, una nuova
attenzione alla prima casa.
Dopo la pandemia anche l’architettura dovrà rivedere priorità e soluzioni
Molti dicono che alla ripresa non sarà tutto come prima: cosa sarà davvero importante
cambiare e avere in agenda nel futuro post Coronavirus?
Dalle abitudini sociali, al verde urbano, ai provvedimenti anti-inquinamento, all’architettura climatica, ,al riuso delle strutture, alle nuove idee per le scuole del
domani, alle novità sull’uso e l’organizzazione della casa, fino a tutto ciò che riguarda
la mobilità.
Architettura ed ecosistema
Gli edifici sono ad oggi responsabili del 36% di tutte le emissioni, del 40% di energia,
del 50% di estrazione di materie prime nella UE, del 21% del consumo di acqua.
Vanno quindi prese in considerazione tutte le azioni da intraprendere e sostenere per
potenziare il settore e rendere possibile un’operatività sostenibile, sopratutto ora che
l’attenzione è concentrata oltre che al virus e alla soluzione di questa emergenza,
anche al post emergenza Coronavirus, che sarà plausibile e logico che preveda interventi
volti a rendere il pianeta meno inquinato e meno “sprecone”.
Questa crisi dimostra la forte relazione tra la salute dell’uomo e le condizioni del pianeta
in cui vive, dove le aree urbane sono le principali responsabili dell’emergenza climatica
in corso.

Da circa vent’anni ci sono stati una serie di eventi catastrofici a minare le basi e gli
equilibri della città: il terrorismo, la crisi finanziaria, la crisi ambientale, biologica e
oggi la pandemia.
La realtà è probabilmente, che dovremmo rivalutare tutti i progetti urbani,
l’organizzazione stessa delle città, perché il modo in cui sono cresciute e si sono
sviluppate, non è più adeguato e sagomato per l’eco-sostenibilità e la sicurezza
rispetto anche alle nuove e crescenti esigenze sanitarie.

Nel futuro bisognerà prendere in considerazione tre aspetti: la mobilità, che dovrà
poggiare su fonti rinnovabili;
la forestazione sull’intero territorio nazionale, partendo dalle aree metropolitane;
la transizione energetica, che dovrà prevedere una rete di imprese locali che producano
energia pulita.
Questi aspetti dovranno servire anche a far ripartire l’economia del Paese, partendo
dal ripristino di tutte le infrastrutture a supporto della mobilità;
un impegno mirato per la ristrutturazione di tutte le scuole pubbliche;
la sostituzione edilizia di almeno 4 milioni di case di vecchia generazione energetica.

Nel futuro post pandemia, dovranno quindi esserci infrastrutture moderne, sostenibili
e proiettate al domani, pronte anche ad aggiornarsi con l’evolversi delle tecnologie,
di dovranno riqualificare le strutture esistenti, effettuare una vera e propria
rigenerazione delle città, delle scuole, della sanità e si dovrà porre attenzione continua
alla tutela del territorio.
Questo ovviamente sarà possibile con una politica economica che dia fiducia al paese,
che ripari i danni prodotti da questa crisi e che garantisca riforme in grado di far partire
un processo costante di crescita.
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