Con l’entrata in vigore della nuova legge di bilancio, dal 1 Gennaio 2020, è aumentata di ben 6 punti percentuali, l’aliquota che permette di assoggettare la cosiddetta PLUSVALENZA che deriva dalla vendita di un immobile entro 5 anni dall’acquisto, all’imposta fissa, al posto della propria aliquota IRPEF.
Per meglio spiegare, prendendo anche spunto dall’originario DPR n. 917 del 22 Dicembre 1986, in caso di cessioni a titolo oneroso di beni immobili acquistati o costruiti, da non più di cinque anni, all’atto della cessione e su richiesta della parte venditrice resa al notaio, sulle plusvalenze realizzate si applica un’imposta, sostitutiva all’imposta sul reddito, del 26%(oggi – del 20% fino alla precedente legge di bilancio e del 12,50% all’origine del suddetto DPR.
A seguito di questa richiesta, il notaio provvede all’applicazione e al versamento dell’imposta sostitutiva della plusvalenza di cui al precedente periodo e comunica all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle cessioni del primo periodo, secondo le modalità previste dall’ADE.

L’imposta quindi è aumentata dal precedente 20% al 26%: in 5 anni si è passati quindi da un’aliquota del 12,5% sino a quella attuale del 26%, dopo i vari aggiornamenti a step, riducendo quindi i margini degli investitori, sopratutto quelli che hanno acquistato da poco, con lo scopo di rivendere nel breve.
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